Not Museum of Art

Arte come scambio senza luoghi né persone

D08000000013 (N42160130607) – Ágalma

Martedì 11 marzo un pezzo NoMA, il D013, è stato “comprato” dal professor Mario Perniola al suo valore di mercato: 10 euro. Lo scambio è avvenuto in seguito ad una lezione del seminario in cui si è presentato il Not Museum of Art.

Una lezione durante la quale si è presentato NoMA o NoMA si è presentata?

Questa è la banconota scambiata.

Presto pubblicherò l’audio della lezione. Intanto pubblico una delle prime due cose che sono da dirsi in proposito.

Seguendo le lezioni del professor Perniola posso ad oggi dire che sono 2 i maggiori “ritrovamenti teorici” che vanno a smuovere NoMA, toccano da presso il suo interesse. Come vi ricorderete, infatti, NoMA si interessa.

Il primo ha a che fare con un classico della filosofia che egli adotta come libro di testo per l’esame di Estetica, pe ril corso triennale. Si tratta di Art as experience, di Dewey (che lui consiglia di leggere in inglese, o nella traduzione proposta dell’edizione Aesthetica).

Il secondo, invece, riguarda il cosiddetto valore premonatario che Ágalma sta a significare.

Ed è di questo che oggi vorrei parlare.

Del perché Ágalma interessa NoMA. Alla fine sarà chiaro il perché NoMA sia risultato interessante per Ágalma.

> Ágalma. La rivista di studi estetici e culturali diretta da Mario Perniola.

> Ágalma. Statua, immagine sacra e gioiello.

> Ágalma. Il valore prima della moneta.

Ecco una sezione del foglio degli appunti della prima lezione del seminario specialistico (clicca per visualizzare il foglio intero):

 

 

 

Con NoMA stavo forse cercando l’Agalma?

 

Per capire come NoMA si innesta in questo discorso, e sul discorso circa il valore dell’arte – il suo interesse – bisogna considerare questa citazione di Marx:

“La moneta non è una cosa, è un rapporto sociale.

[…] Di tutte le merci l’oro e l’argento sono le prime il cui valore sia giunto a costituirsi. Nel periodo patriacale l’oro e l’argento si contrattano ancora e si scambiano in lingotti […]. A poco a poco i sovrani se ne impadroniscono e vi appongono il loro sigillo: e da questa consacrazione sovrana nasce la moneta, ossia la merce per eccellenza.

[…] Il carattere distintivo del’oro e dell’argento deriva – lo ripeto – dal fatto che, grazie alla loro proprietà di metalli, alla difficoltà della loro produzione, e soprattutto all’intervento della pubblica autorità, essi hanno subito conquistato, come merce, la fissità e l’autenticità”

(Marx, Miseria della filosofia, capitolo 3, Applicazione della legge delle proporzionalità di valore Editori riuniti, Roma 1976, p. 70-71)

Con NoMA quindi esco dal museo (mi sottraggo all’interveno della pubblica autorità). Avendo già la storia dell’arte operato una sottrazione delll’arte dal suo valore tecnicistico; sottraendolo anche al valore istituzionale non rimane che il puro scambio.

Se NoMA cerca, quindi, Agalma, lo fa nella direzione del pro scambio, della nuda e vana ricerca dell’altro.

Nell’impossibilità di comunicare con, nell’impossibilità di sentire l’altro.

Incomunicabilità anestetica.

 

 

3 commenti»

  emmanuelepilia wrote @

Scusa se mi aggrappo ad una sola riga del post, ma è quella che mi interessa commentare:

“Con NoMA quindi esco dal museo (mi sottraggo all’interveno della pubblica autorità). Avendo già la storia dell’arte operato una sottrazione delll’arte dal suo valore tecnicistico; sottraendolo anche al valore istituzionale non rimane che il puro scambio.”

Come già ti ho detto, non credo che NoMA sia interessata a sottrarsi alla logica museale, ne inventa un’altra, essendo lo stato dell’arte dell’esposizione insoddisfacente per lei.
http://piliaemmanuele.wordpress.com/2008/02/13/esposizione/

Dunque in realtà non sottrai, ma sostituisci. Io credo che se dovessimo disegnare un senso della storia dell’arte, di tutta ovviamente e generalizzando più che possiamo, quasi a sembrare degli studenti liceali, una delle poche costanti è la sostituzione…

  noma08 wrote @

Caro Doppia, è un bene che ogni tanto ci troviamo in disaccordo, altrimenti sarebbe tutto molto noioso e potrmmo scambiarci i ruoli nello scrivere i nostri bloogghe!

Mai come in questo caso, infatti, mi sembra di non essere in accordo con quello che tu dici. Dal tuo commento emerge una incomprensione di fondo del mio lavoro, per come lo intendo io. E sottolineo “come lo intendo io”, perché è giusto anche che tu ci legga altri significati in relazione alle tue competenze (che infatti sono più architettoniche) e alla tua sensibilità.

Dire che NoMA propone una sostituzione (anziché sottrarsi) alla forma museale, significa voler partire dalla funzione (esposizione) e dal contenuto (arte) e dire che tutte le forme si sostituiscono al di sopra di arte e la sua esposizione.

Io invece lavoro proprio sullo statuto dell’esposizione (che nella mia ottica diventa puro scambio) e dell’artista (che nel lavoro quotidiano e nell’identificazione con il denaro, diventa puro mezzo).

Altro inconveniente della tua proposta è quello di mettere al centro il fattore dell’esposizione, come cruciale del museo, e quindi, a tuo dire, anche di NoMA. Ma non solo esso per me non entra proprio in questione, ma – per assurdo – non è mai stato centrale in nessun tipo di museo. Infatti da una prevalente ruolo concesso alla conservazione ad uno prevalente assegnato all’esposizione del museo da parte di se stesso, mi sembra che l’esposizione dell’arte non abbia (quasi)mai avuto una importanza tanto centrale quanto sarebbe dovuto accadere. Al limite il fattore espositivo è stato più proprio dei cinema e dei negozi su via del corso che non nei musei.

Resta il fatto che per me continuare a parlare di museo per il progetto NoMA mi sembra più un’ostinazione che una vera e propria descrizione.

Ultima suggestione.
Non voglio parlare nemmeno di abolizione o si soppressione di musei, sai quanto mi fanno ridere certi punti di vista utopistici e rivoluzionari! La frase che tu riporti nel commento è da legare alla citazione di Marx. In quel modo si può dire che quella che secondo me è una sottrazione porta ad una regressione più che ad un progresso.

Grazie per avermene fatto parlare.

Spero di averti potuto anche dare dl materiale di discussione per la tua presentazione di mercoledi.

[…] I biglietti, per me e per Sarah (che ringrazio per la sua mania di conservare tutti i biglietti cinematografici!), li ho comprati con la banconota D013. […]


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